Esclusa la diffamazione per il commento negativo sul social network
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Esclusa la diffamazione per il commento negativo sul social network

Corte di Cassazione, sezione quinta penale, Sentenza 23 gennaio 2019, n. 3148. La massima estrapolata: Il giudice non può addossare a chi pubblica un post su Facebook gli stessi oneri di un giornalista. Va dunque esclusa la diffamazione per il commento negativo sul social network, con il quale si stronca un’attività gastronomica, accusando il gestore...

Il reato di diffamazione puo’ essere ascritto all’amministratore del sito in base alla previsione secondo le regole comuni o perche’ autore della stessa o quale concorrente dell’autore materiale.
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Il reato di diffamazione puo’ essere ascritto all’amministratore del sito in base alla previsione secondo le regole comuni o perche’ autore della stessa o quale concorrente dell’autore materiale.

Corte di Cassazione, sezione quinta penale, sentenza 16 aprile 2018, n. 16751. Non potendo assimilarsi l’amministratore di un sito internet ad alcuna delle specifiche figure di soggetti responsabili dei reati commessi col mezzo della stampa (articolo 57 c.p.), quali il direttore o vice-direttore responsabile, occorre individuare a quale titolo l’amministratore del sito internet puo’ rispondere...

Il direttore responsabile della testata giornalistica online risponde per gli articoli postati in maniera anonima, se non li rimuove tempestivamente.
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Il direttore responsabile della testata giornalistica online risponde per gli articoli postati in maniera anonima, se non li rimuove tempestivamente.

Corte di Cassazione, sezione quinta penale, sentenza 22 marzo 2018, n. 13398. Il direttore responsabile della testata giornalistica online risponde per gli articoli postati in maniera anonima, se non li rimuove tempestivamente. La lesione del bene giuridico protetto, nel caso della pubblicazione di un articolo dal contenuto diffamatorio sul “Web”, non si esaurisce nell’atto della...

Corte di Cassazione, sezione V penale, sentenza 22 febbraio 2017, n. 8482
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Corte di Cassazione, sezione V penale, sentenza 22 febbraio 2017, n. 8482

L’uso dei social network, e quindi la diffusione di messaggi veicolati a mezzo internet, integra un’ipotesi di diffamazione aggravata ai sensi dell’art. 595, comma 3, cod. pen., in quanto trattasi di condotta potenzialmente in grado di raggiungere un numero indeterminato o, comunque, quantitativamente apprezzabile di persone, qualunque sia la modalità informatica di condivisione e di...

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Corte di Cassazione, sezione V, sentenza 21 luglio 2015, n. 31677. Nella diffamazione via internet, quando non sia possibile determinare il luogo di consumazione del reato, la competenza non va individuata con riferimento all’ubicazione dei server che ospitano i contenuti diffamatori bensì guardando al luogo dove i dati sono stati immessi nelle rete

Suprema Corte di Cassazione sezione V sentenza 21 luglio 2015, n. 31677 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE QUINTA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. LAPALORCIA Grazia – Presidente Dott. FUMO Maurizio – Consigliere Dott. SETTEMBRE Antonio – Consigliere Dott. PISTORELLI Luca – Consigliere Dott. DEMARCHI ALBENGO...

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Corte di Cassazione, sezione V, sentenza 6 agosto 2015, n. 34406. L’accertamento della responsabilità per il reato di diffamazione commesso a mezzo web può desumersi dall’individuazione, tramite l’indirizzo IP, del dispositivo utilizzato dal soggetto agente per postare l’annuncio denigratorio in rete

Suprema Corte di Cassazione sezione V sentenza 6 agosto 2015, n. 34406 Ritenuto in fatto 1. II Tribunale di Chieti, con sentenza confermata dalla Corte d’appello di L’Aquila, all’esito di giudizio abbreviato, ha ritenuto N.G. colpevole dei reati di diffamazione (artt. 81, 110, 595 cod. pen. e 13 della legge sulla stampa) e trattamento illecito...

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Corte di Cassazione, sezione V, sentenza 16 febbraio 2015, n. 6785. La diffamazione tramite internet costituisca un'ipotesi di diffamazione aggravata ai sensi dell'art. 595 c.p., comma 3, in quanto commessa con altro (rispetto alla stampa) mezzo di pubblicità idoneo a determinare quella maggior diffusività dell'offesa che giustifica un più severo trattamento sanzionatorio

Suprema Corte di Cassazione sezione V sentenza 16 febbraio 2015, n. 6785 Ritenuto in fatto 1. Con la sentenza impugnata la Corte d’appello di Napoli ha confermato la condanna di E.M. per il reato di diffamazione commesso ai danni di P.P. mediante il caricamento in internet in condivisione con gli altri utenti della rete di...