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Corte di Cassazione, sezione II, sentenza 16 ottobre 2014, n. 43341. L’esclusione dell'esimente per i delitti contro il patrimonio in danno di congiunti si riferisce, nel fare menzione dei delitti di rapina, estorsione e sequestro di persona a scopo di estorsione, alle sole forme consumate e non anche a quelle tentate

SUPREMA CORTE DI CASSAZIONE SEZIONE II SENTENZA 16 ottobre 2014, n. 43341   Ritenuto in fatto   Con sentenza del Tribunale di Avellino, in composizione monocratica, in data 01.10.2012, S.F. veniva dichiarata responsabile dei reati di cui agli artt. 56, 629 cod. pen. (capo A), 61 n. 2, 582, 585, commi 1 e 2 cod....

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Corte di Cassazione, sezione V, sentenza 13 ottobre 2014, n. 42825. Per l'esimente della provocazione, il concetto di immediatezza, espresso dall'art. 599, secondo comma cod. pen., con la locuzione avverbiale "subito dopo", pur nella elasticità con cui deve essere interpretato in relazione a ciascuna fattispecie, non può comunque trascurare il nesso eziologico tra fatto ingiusto e stato d'ira.

Suprema Corte di Cassazione sezione V sentenza 13 ottobre 2014, n. 42825 Ritenuto in fatto 1. II Tribunale di Messina, con sentenza del 31/5/2012, in parziale riforma di quella emessa dal locale Giudice di pace, appellata dalla sola parte civile, ha condannato S.G. al risarcimento dei danni patiti da B.F., parte offesa del reato di...

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Corte di Cassazione, sezione VI, sentenza 8 ottobre 2014, n. 21266. In tema di violazione del codice della strada relativo a violazione dell'art. 173 C.d.S., commi 2 e 3, per aver usato, alla guida di un'autovettura, un telefono cellulare non dotato di auricolare; invocata l'applicazione della esimente dello stato di necessità o dell'adempimento del dovere. Per la Cassazione l'esclusione della responsabilità per violazioni amministrative derivante da "stato di necessità" ovvero da "adempimento del dovere" secondo la previsione della L. n. 689 del 1981, art. 4 postula, in applicazione degli artt. 54, 51 e 59 c.p., che fissano i principi generali della materia, una effettiva situazione di pericolo imminente di danno grave alla persona, non altrimenti evitabile, ovvero l'avere agito in esecuzione di un ordine non macroscopicamente illegittimo, nonché l'erronea persuasione di trovarsi in tali situazioni, persuasione provocata da circostanze oggettive. Il giudice di merito, infatti, nel ritenere insussistente la dedotta esimente riconducibile allo stato di necessità prospettato dalla ricorrente (motivato dall'urgenza di dovere rispondere al cellulare perché si trattava del suo superiore, che chiedeva informazioni circa lo stato di una paziente in pericolo di vita) ha adottato una motivazione assolutamente logica, asserendo che la opponente non poteva conoscere il contenuto delle richieste che le sarebbero pervenute dal suo superiore e che ove fosse stata a conoscenza della possibilità di ricevere telefonate relative a pazienti gravi, avrebbe dovuto predisporre le condizioni per rispondere con auricolare ovvero viva voce.

Suprema Corte di Cassazione sezione VI sentenza 8 ottobre 2014, n. 21266 Svolgimento del processo T.S. proponeva opposizione ai sensi dell’art. 204 bis C.d.S. per sentire annullare il verbale di accertamento di violazione del codice della strada n. V-2544636 del 13.7.2006, emesso nei suoi confronti dalla Polizia municipale di Padova, relativo a violazione dell’art. 173...

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Corte di Cassazione, sezione I, sentenza 8 aprile 2014, n. 15742. La norma di cui all'art. 55 c.p. non può trovare applicazione in assenza di scriminante; non può essere configurato l'eccesso colposo previsto in mancanza di una situazione di effettiva sussistenza della singola scriminante, di cui si eccedono colposamente i limiti.

SUPREMA CORTE DI CASSAZIONE SEZIONE I SENTENZA 8 aprile 2014, n. 15742   Ritenuto in fatto  1. La Corte di assise di appello di Catanzaro, con sentenza del 7/11/2012, in riforma di quella della Corte d’assise di Cosenza che aveva condannato M.F. alla pena di anni dodici di reclusione per il delitto di omicidio di...

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Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 21 maggio 2013, n.12402. In tema di esimente ex art. 598 c.p.

La massima 1. La speciale esimente contemplata dall’art. 598 cod. pen., “per offese in scritti o discorsi pronunciati dinanzi alla autorità giudiziaria”, con la quale il legislatore ha inteso garantire alle parti del processo la massima libertà nell’esercizio del diritto di difesa, trova applicazione sempre che le offese riguardino in modo diretto ed immediato l’oggetto...

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Corte di Cassazione, sezione V, sentenza n. 18974 del 30 aprile 2013. Escluso lo stato d’ira se tra la provocazione e il reato è passato molto tempo

    Suprema Corte di Cassazione sezione V sentenza n. 18974 del 30 aprile 2013   Ritenuto in fatto 1. A seguito dell’annullamento di una precedente sentenza ad opera della Corte di Cassazione, la Corte d’Appello di Reggio Calabria è stata nuovamente investita, quale giudice di rinvio, dell’appello proposto da S.C. avverso la condanna emessa...

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Corte di Cassazione, sezione VI, sentenza 18 marzo 2013, n.12600. In caso di contestazione di reato plurisoggettivo, quale quello di associazione per delinquere, la causa esimente prevista dall’art. 384, comma 2, c.p. deve essere riconosciuta anche all’ipotesi in cui la posizione processuale del prossimo congiunto del testimone, appartenente all’organizzazione delinquenziale, si riveli intimamente connessa a quella degli altri correi

La massima In caso di contestazione di reato plurisoggettivo, quale quello di associazione per delinquere, la causa esimente prevista dall’art. 384, comma 2, c.p. deve essere riconosciuta anche all’ipotesi in cui la posizione processuale del prossimo congiunto del testimone, appartenente all’organizzazione delinquenziale, si riveli intimamente connessa a quella degli altri correi. Ne consegue che, sebbene...