Corte di Cassazione, sezione I civile, sentenza 22 giugno 2016, n. 12964
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Corte di Cassazione, sezione I civile, sentenza 22 giugno 2016, n. 12964

Se la sentenza di fallimento segue ad un provvedimento di inammissibilità della domanda di concordato, l’effetto devolutivo pieno che caratterizza il reclamo c’è anche riguardo alla decisione di inammissibilità del concordato   Suprema Corte di Cassazione sezione I civile sentenza 22 giugno 2016, n. 12964 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA...

Corte di Cassazione, sezione I civile, sentenza 22 giugno 2016, n. 12965
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Corte di Cassazione, sezione I civile, sentenza 22 giugno 2016, n. 12965

La clausola contenuta nei contratti di apertura di credito in conto corrente, che preveda l’applicazione di un determinato tasso sugli interessi dovuti dal cliente e con fluttuazione tendenzialmente aperta, da correggere con sua automatica riduzione in caso di superamento del cd. tasso soglia usurario, ma solo mediante l’astratta affermazione del diritto alla restituzione del supero...

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Corte di Cassazione, sezione I, sentenza 23 febbraio 2016, n. 3482. Nel concordato preventivo, il giudice di merito può riconoscere che il pagamento dilazionato dei creditori privilegiati equivale a soddisfazione integrale delle loro pretese se riscontra elementi idonei ad escludere la perdita economica da ritardo (e cioè gli interessi loro offerti, i tempi tecnici di realizzo dei beni, il contenuto in concreto della proposta e il regime legale degli interessi ex articoli 54 e 55, legge fallimentare)

Suprema Corte di Cassazione sezione I sentenza 23 febbraio 2016, n. 3482 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE PRIMA CIVILE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. DI PALMA Salvatore – Presidente Dott. DIDONE Antonio – Consigliere Dott. BISOGNI Giacinto – Consigliere Dott. FERRO Massimo – rel. Consigliere Dott....

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Corte di Cassazione, sezione I, sentenza 1 febbraio 2016, n. 1869. Ai sensi della legge 27 gennaio 2012, n. 3 (c.d. ristrutturazione per sovraindebitamento), la nozione di consumatore per essa abilitato al piano, come modalità di ristrutturazione del passivo e per le altre prerogative ivi previste, non ha riguardo in sé e per sé ad una persona priva, dal lato attivo, di relazioni d’impresa o professionali, invero compatibili se pregresse ovvero attuali, purché non abbiano dato vita ad obbligazioni residue, potendo il soggetto anche svolgere l’attività di professionista o imprenditore, invero solo esigendo l’art. 6, co. 2, lett. b) una specifica qualità della sua insolvenza finale, in essa cioè non potendo comparire obbligazioni assunte per gli scopi di cui alle predette attività ovvero comunque esse non dovendo più risultare attuali, essendo consumatore solo il debitore che, persona fisica, risulti aver contratto obbligazioni — non soddisfatte al momento della proposta di piano – per far fronte ad esigenze personali o familiari o della più ampia sfera attinente agli impegni derivanti dall’estrinsecazione della propria personalità sociale, dunque anche a favore di terzi, ma senza riflessi diretti in un’attività d’impresa o professionale propria, salvo gli eventuali debiti di cui all’art. 7 co. 1 terzo periodo (tributi costituenti risorse proprie dell’Unione Europea, imposta sul valore aggiunto e ritenute operate e non versate) che sono da pagare in quanto tali, sulla base della verifica di effettività solutoria commessa al giudice nella sede di cui all’art. 12 bis co. 3 l. n. 3 del 2012

SUPREMA CORTE DI CASSAZIONE SEZIONE I SENTENZA 1 febbraio 2016, n. 1869 I fatti rilevanti della causa e le ragioni della decisione Con il primo motivo il ricorrente, invocando rimpianto generale della l. n.3 del 2012 e la sua complessiva violazione, assumeva la qualità di consumatore a pieno titolo, così contestando le qualificazioni negative rispetto...

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Corte di Cassazione, sezione I, sentenza 23 dicembre 2015, n. 25932. In sede di accertamento al passivo fallimentare dei crediti insinuati dall’agente per la riscossione dei tributi, il credito per aggio non può essere considerato inerente al tributo riscosso e non è, pertanto, assistito dal relativo privilegio

Suprema Corte di Cassazione sezione I sentenza 23 dicembre 2015, n. 25932   REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE PRIMA CIVILE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. FORTE Fabrizio – Presidente Dott. NAPPI Aniello – Consigliere Dott. DI VIRGILIO Rosa Maria – Consigliere Dott. FERRO Massimo – rel....

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Corte di Cassazione, sezione I, sentenza 19 gennaio 2016, n. 807. Se la variazione del domicilio eletto non avviene nel corso dell’udienza, essa deve essere resa nota in un atto indirizzato alla controparte. È, pertanto, valida anche la nuova elezione di domicilio contenuta nella comparsa conclusionale, poiché la controparte ne ha legale conoscenza attraverso il deposito in cancelleria

SUPREMA CORTE DI CASSAZIONE SEZIONE I SENTENZA 19 gennaio 2016, n. 807 I fatti rilevanti della causa e le ragioni della decisione Con il primo motivo il ricorrente deduce l’omessa pronuncia per erronea interpretazione dell’art.345 cod.proc.civ., nel testo anteriore alla legge n.353 del 1990, avendo errato la sentenza impugnata ove ha trascurato che era possibile...

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Corte di Cassazione, sezione I, sentenza 13 novembre 2015, n. 23302. In tema di ammissibilità delle domande di ammissione al passivo cd. supertardive, se è vero che il mancato avviso al creditore di cui all’art. 92 L. Fall. può costituire una causa di non imputabilità del ritardo, il curatore ha tuttavia la facoltà di provare che il creditore è venuto comunque a conoscenza del fallimento

Suprema Corte di Cassazione sezione I sentenza 13 novembre 2015, n. 23302 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE PRIMA CIVILE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. CECCHERINI Aldo – Presidente Dott. DIDONE Antonio – Consigliere Dott. DI VIRGILIO Rosa Maria – Consigliere Dott. DE CHIARA Carlo – Consigliere...

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Corte di Cassazione, sezione I, sentenza 14 ottobre 2015, n. 20750. Nel corso di una procedura fallimentare, il «carattere privilegiato» del credito professionale di un avvocato non può essere escluso perché egli operava all’interno di uno «studio di grandi dimensioni»

Suprema Corte di Cassazione sezione I sentenza 14 ottobre 2015, n. 20750 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE PRIMA CIVILE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. CECCHERINI Aldo – Presidente Dott. NAPPI Aniello – Consigliere Dott. DI VIRGILIO Rosa Maria – Consigliere Dott. FERRO Massimo – rel. Consigliere...