In tema di responsabilita’ per colpa di cui all’articolo 2043 c.c., non e’ sufficiente – per affermarne la responsabilita’ in caso di danni provocati da un animale randagio – individuare semplicemente l’ente preposto alla cattura dei randagi ed alla custodia degli stessi
Articolo

In tema di responsabilita’ per colpa di cui all’articolo 2043 c.c., non e’ sufficiente – per affermarne la responsabilita’ in caso di danni provocati da un animale randagio – individuare semplicemente l’ente preposto alla cattura dei randagi ed alla custodia degli stessi

Corte di Cassazione, sezione sesta civile, Ordinanza 14 maggio 2018, n. 11591. La massima estrapolata: Ai fini dell’affermazione della responsabilita’ degli enti evocati in giudizio e’ necessaria la precisa individuazione di un concreto comportamento colposo ascrivibile agli stessi. Cio’ implica che non e’ possibile riconoscere una siffatta responsabilita’ semplicemente sulla base della individuazione dell’ente cui...

In ordine alle competenze professionali avvocato, il codice del consumo in caso di controversie va interpretato nel senso che la residenza del consumatore è quella che lo stesso ha al momento della domanda e non quella che aveva nel momento in cui ha concluso il contratto
Articolo

In ordine alle competenze professionali avvocato, il codice del consumo in caso di controversie va interpretato nel senso che la residenza del consumatore è quella che lo stesso ha al momento della domanda e non quella che aveva nel momento in cui ha concluso il contratto

Corte di Cassazione, sezione sesta civile, Ordinanza 11 maggio 2018, n. 11389. La massima estrapolata: In ordine alle competenze professionali avvocato, il codice del consumo in caso di controversie va interpretato nel senso che la residenza del consumatore è quella che lo stesso ha al momento della domanda e non quella che aveva nel momento...

La responsabilita’ della banca per fatto illecito dei propri dipendenti scatta ogniqualvolta il fatto lesivo sia stato prodotto, o quanto meno agevolato, da un comportamento riconducibile all’attivita’ lavorativa del dipendente
Articolo

La responsabilita’ della banca per fatto illecito dei propri dipendenti scatta ogniqualvolta il fatto lesivo sia stato prodotto, o quanto meno agevolato, da un comportamento riconducibile all’attivita’ lavorativa del dipendente

Corte di Cassazione, sezione terza civile, ordinanza 23 marzo 2018, n. 7241. La responsabilita’ della banca per fatto illecito dei propri dipendenti scatta ogniqualvolta il fatto lesivo sia stato prodotto, o quanto meno agevolato, da un comportamento riconducibile all’attivita’ lavorativa del dipendente, e quindi anche se questi abbia operato oltrepassando i limiti delle proprie mansioni...

L’accertamento circa la natura diffamatorio o meno dell’espressione utilizzata resta prerogativa del giudice di merito ed il relativo giudizio sfugge al controllo di legittimita’ se congruamente e logicamente motivato.
Articolo

L’accertamento circa la natura diffamatorio o meno dell’espressione utilizzata resta prerogativa del giudice di merito ed il relativo giudizio sfugge al controllo di legittimita’ se congruamente e logicamente motivato.

Corte di Cassazione, sezione terza civile, ordinanza 23 marzo 2018, n. 7242. L’accertamento circa la natura diffamatorio o meno dell’espressione utilizzata resta prerogativa del giudice di merito ed il relativo giudizio sfugge al controllo di legittimita’ se congruamente e logicamente motivato. In tema di diffamazione a mezzo stampa ed, in particolare, di scriminante del diritto...

Corte di Cassazione, sezione terza civile, ordinanza 12 ottobre 2017, n. 23941. L’esercizio del potere, previsto dall’art. 213 c.p.c., di richiedere d’ufficio alla P.A.
Articolo

Corte di Cassazione, sezione terza civile, ordinanza 12 ottobre 2017, n. 23941. L’esercizio del potere, previsto dall’art. 213 c.p.c., di richiedere d’ufficio alla P.A.

L’esercizio del potere, previsto dall’art. 213 c.p.c., di richiedere d’ufficio alla P.A. le informazioni relative ad atti e documenti della stessa che sia necessario acquisire al processo non può risolversi nell’esenzione della parte dall’onere probatorio a suo carico, con la conseguenza che tale potere può essere attivato soltanto quando, in relazione a fatti specifici già...

Corte di Cassazione, sezione III civile, sentenza 28 marzo 2017, n. 7884
Articolo

Corte di Cassazione, sezione III civile, sentenza 28 marzo 2017, n. 7884

La polizza fideiussoria di cui al Decreto del Presidente della Repubblica n. 633 del 1972, articolo 38-bis, stipulata al fine di garantire, in favore dell’Amministrazione finanziaria, la restituzione delle somme da questa indebitamente versate ai contribuenti in sede di procedura di rimborso anticipato dell’IVA, costituisce un contratto autonomo di garanzia la cui durata e’ normalmente...

Corte di Cassazione, sezione III civile, sentenza 19 gennaio 2017, n. 1289
Articolo

Corte di Cassazione, sezione III civile, sentenza 19 gennaio 2017, n. 1289

Nel caso in cui il conducente che sarebbe stato favorito dalla segnaletica che si assume mancante ritenga di aver diritto alla precedenza, non si verifica una situazione di insidia, in quanto la circolazione stradale può avvenire senza inconvenienti anche in mancanza del segnale, essendo sufficienti e idonee a regolarla le norme del Codice della strada,...

Articolo

Corte di Cassazione, sezione V, sentenza 22 ottobre 2015, n. 42579. Per la configurabilità del reato di «impiego di denaro di provenienza illecita», previsto dall’articolo 648-ter del codice penale, non è necessario che la condotta abbia anche connotazioni dissimulatorie, necessarie invece per contestare il reato di riciclaggio

Suprema Corte di Cassazione sezione V sentenza 22 ottobre 2015, n. 42579 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE QUINTA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. VESSICHELLI Maria – Presidente Dott. SETTEMBRE Antonio – Consigliere Dott. DE MARZO Giusepp – Consigliere Dott. POSITANO G. – rel. Consigliere Dott....

Articolo

Corte di Cassazione, sezione V, sentenza 21 ottobre 2015, n. 42395. Integra il delitto di furto tentato e non consumato la condotta avvenuta sotto il costante controllo del personale incaricato della sorveglianza, poiché in tal caso non può ritenersi realizzata la sottrazione della cosa, conservando il possessore originario una relazione con il bene e potendo il medesimo in ogni momento interrompere l’azione delittuosa

Suprema Corte di Cassazione sezione V sentenza  21 ottobre 2015, n. 42395 Ritenuto in fatto 1. II difensore di M.A. propone ricorso per cassazione contro la sentenza pronunciata Corte d’Appello di Cagliari, in data 7 luglio 2014, che confermava la decisione dei Tribunale di Cagliari con la quale l’imputata, all’esito dei giudizio abbreviato, era stata...

  • 1
  • 2